La formazione in Psicologia di Segnale

Nel numero 118 della rivista mensile l’Altra Medicina è presente un mio articolo dal titolo “La formazione in Psicologia di Segnale”, nel quale presento

la formazione che svolgo all’interno della scuola “di Segnale” e il libro di testo da me scritto insieme al dott. Luca Speciani.

Di seguito il testo:

​La formazione in Psicologia di Segnale

Da poche settimane è uscito in tutte le librerie “Psicologia di Segnale. L’incontro tra Medicina di Segnale e psicoterapia”, edito da Tecniche Nuove. L’opera è scritta da me e da Luca Speciani, in uno sforzo congiunto volto a chiarire meglio, in ottica di Segnale, come e perché medicina e psicologia costituiscono due pilastri complementari a ogni intervento ben strutturato. Speriamo di essere riusciti nel nostro intento. Certamente abbiamo fatto del nostro meglio.

L’opera è anche stata scelta come libro di testo per il rinnovato corso di Psicologia di Segnale, offerto online sulla nuova piattaforma del sito di Medicina di Segnale. Il corso ripercorre tutti gli argomenti trattati nel libro e, ai fini del rilascio dell’attestato, verifica la comprensione dei contenuti di ogni modulo tramite dei semplici test a scelta multipla. Al termine del corso sono poi proposte tre domande aperte di più ampio respiro nelle quali il discente può mostrare di avere fatto suo l’approccio psicologico di Segnale. In veste di tutor del corso, per la durata dello stesso, è possibile contattarmi per richiedermi delucidazioni e approfondimenti. Il corso completa il percorso “di Segnale” e è pertanto raccomandato sia a tutti coloro che hanno già iniziato la formazione di Segnale, sia a chi desidera comprenderne i principi applicabili nella professione medica e psicologica, come pure nel lavoro del naturopata, del counselor, dell’operatore olistico e, in generale, in ogni relazione di aiuto; oltre che rappresentare un prezioso ausilio anche per chi ha intrapreso un lavoro su di sé e desidera comprenderne in prima persona i principi di efficacia.

Per tutte le informazioni di carattere pratico sul corso, costi, durata e modalità di iscrizione, invito a consultare il sito https://medicinadisegnale.it/ e a scrivere a formazione@dietagift.it. Di seguito espongo brevemente i contenuti del libro di testo per la formazione in Psicologia di Segnale.

In apertura, Luca Speciani riassume le basi della Medicina di Segnale: un utile ripasso per chi già le conosce e le padroneggia e un’ottima introduzione per chi deve ancora assimilarle a pieno. Come si suol dire, “repetita iuvant”, sopratutto grazie a un’esposizione così lucida e puntuale. Nel capitolo successivo il testimone passa a me e con esso il compito di presentare i principi alla base dell’approccio psicologico di Segnale. Innanzitutto va chiarito che la Psicologia di Segnale non è, né vuole essere, un nuovo orientamento in psicoterapia (l’ennesimo), bensì rappresenta una particolare sensibilità alla sempre presente interazione tra mente e corpo, con la quale recuperare da antiche e moderne conoscenze quegli aspetti che più sono congrui con l’approccio di Segnale. L’essere umano non è visto come portatore di una patologia cui applicare un protocollo standardizzato ma è piuttosto riconosciuto nella sua unicità e pertanto il trattamento è modulato su di essa, personalizzato e, come si dice oggi, tailor made (cucito su misura).

Per comprendere le peculiarità di ogni essere umano è essenziale riconoscere l’esistenza di una sua dimensione conscia e di una inconscia. A tal fine presento un sunto delle varie teorie e accezioni di significato esistenti su coscienza e inconscio, per stimolare nel lettore la sua personale riflessione a riguardo. Per un’effettiva comprensione, in questo come in ogni altro ambito, è infatti necessario che ognuno si confronti in prima persona con le prospettive esistenti e le sfrutti per farsi domande e darsi risposte che solo in tal modo diventano realmente sue e quindi inglobate nel suo modus operandi. Nel testo, ogni tematica è trattata iniziando con l’esposizione generale delle diverse prospettive, per poi guidare nella riflessione su quali aspetti, e in che modo, siano integrabili nell’approccio di Segnale.

Gli altri paragrafi del capitolo sui principi della Psicologia di Segnale si occupano rispettivamente della centralità del vissuto emotivo e delle relazioni, delle resistenze al cambiamento, e della differenza tra sintomi, segni, segnali e impressioni.

Le emozioni, lo dice anche l’etimologia (dal latino “ex” e “movere”), determinano il nostro comportamento ben più di quanto crediamo, o ci piace ammettere, e più di quanto sia in potere dei ragionamenti, che fin troppo spesso si limitano in realtà, e nostro malgrado, a creare una giustificazione razionale al vissuto emotivo, piuttosto che esserne le basi. Le emozioni rappresentano inoltre il principale punto di incontro tra il vissuto psichico e il corpo. Infatti le percepiamo sia fisicamente, sotto forma di variazioni del battito cardiaco, della respirazione, della sudorazione, a altro, sia nelle loro espressioni psichiche, piacevoli o spiacevoli che siano. È ancora aperto il dibattito se le emozioni si debbano considerare primariamente fisiche e solo successivamente psichiche, o viceversa. Più realisticamente però – e così è in ottica di Segnale – la componente somatica e quella psichica coesistono, come due facce di una stessa medaglia. Per noi esseri umani, in quanto specie sociale, le sollecitazioni emotive avvengono soprattutto in ambito relazionale, e è esperienza di qualsiasi terapeuta che i più rilevanti “nodi emotivi” si intrecciano nelle relazioni, e grazie a esse possono sciogliersi, o quantomeno allentarsi.

Ogni cambiamento desiderato affronta però delle resistenze. Non solo da parte del mondo esterno ma anche, e si potrebbe dire soprattutto, da parte della struttura della propria psiche. Può sembrare strano a chi è digiuno di psicologia che le principali resistenze ad ottenere i cambiamenti sperati giungano proprio da se stessi. Tuttavia è sufficiente guardare alla propria psiche come se, in metafora, fosse un software molto complesso, per comprendere che gran parte dei risultati ottenuti dipendono dal modo in cui “si elaborano i dati”. Poiché un’elaborazione più efficace richiede la revisione “del codice”, ovvero fuor di metafora la modifica di aspetti di sé, non stupisce che tentarvi debba fare i conti con una sorta di “meccanismo di protezione”. Tali protezioni in psicologia dinamica prendono il nome di “meccanismi di difesa dell’Io”. Si tratta di meccanismi prevalentemente inconsci, o parzialmente tali, nel senso che se ne riconosce l’azione ma spesso non se ne comprende a fondo l’origine e le dinamiche. Altri orientamenti si riferiscono agli automatismi che influenzano le nostre azioni chiamandoli “pattern comportamentali”, meccanismi “di coping”, o di adattamento. In ottica di Segnale non ha importanza la scelta dei termini mentre è essenziale prendere atto dell’esistenza di tali automatismi poiché, se si ignorano, gli si lascia pieno spazio di resistenza proprio sugli aspetti nei quali sarebbe più necessario intervenire.

Lavorando con l’inconscio è necessaria una riflessione sulla differenza anche terminologica, ma soprattuto concettuale, tra sintomi, impressioni, segni, segnali e simboli. Un linguaggio superficiale facilmente confonde i segni con i simboli sebbene si tratti tutt’altro che della stessa cosa. Un cartello stradale è un segno che (fortunatamente) esprime un significato univoco, pertanto a data forma corrisponde tale messaggio: rallenta, fermati, non accedere, non sterzare, eccetera. Viceversa un simbolo, per definizione (dal greco συμβάλλω, synballo: “mettere insieme”), condensa in un significante molti significati. In medicina è certamente corretto affermare che alcuni sintomi, o determinati segnali, hanno uno specifico significato fisiologico. Ciò tuttavia si può riscontrare raramente in psicologia, poiché il linguaggio dell’inconscio è quello aperto dei simboli, non quello univoco dei segni. Da tele prospettiva non è pertanto legittimo alcun riduzionismo e il vissuto psichico di ogni individuo va davvero affrontato nella sua unicità.

Passo poi a meglio definire il rapporto tra psiche e soma. Inizio con un breve excursus, apparentemente peregrino ma in realtà tutt’altro che tale, su concetti solitamente ritenuti “non psicologici”: il significato attribuibile a termini come “spirito” e “anima” e la loro relazione con la mente. Una riflessione a riguardo è indispensabile a collocarne la presenza, o meno, nella “mappa” dell’essere umano che ognuno di noi, consapevolmente o meno, si fa. Mappa in cui poi, quale che sia, si devono collocare le attuali conoscenze sulle interazioni psiche-corpo offerte, ad esempio, dalla psiconeuroendocrinologia, dall’epigenetica, dagli studi sul microbiota o sulla plasticità sinaptica. Infine riporto gli esiti delle ricerche compiute su alcune pratiche meditative e espongo quali sono i benefici per la salute, sia psichica che fisica, che sono stati dimostrati.

Il capitolo successivo si occupa del potere delle aspettative, mostrandone limiti e potenzialità. I cosiddetti “effetto placebo” e “effetto nocebo” non sono attivi unicamente nei gruppi di controllo dei trial clinici. La loro azione è semmai presente in ogni circostanza ed è per questo importante tenerne di conto e imparare a sfruttarla consapevolmente per il benessere del paziente.

La seconda parte del testo si apre agli sviluppi derivanti da tali premesse. Approfondisco gli effetti psicologici (e non solo) del contatto con l’ambiente naturale e, al suo opposto, col mondo digitale. Al giorno di oggi si sono persi molti dei benefici un tempo offerti dalla vita in natura e troppo spesso si è drammaticamente sovraesposti all’influenza dei mezzi digitali. Non sarebbe naturalmente realistico, come degli Amish, rinunciare alla tecnologia, né questo è qui proposto; nondimeno è importante saperla usare con consapevolezza, per evitare che sia essa “a usare noi”. Anche il confronto con la dimensione spirituale della propria esistenza ha importanti ricadute sulla qualità della propria vita. Esso infatti costituisce una sorta di “frame” (cornice) nel quale ogni altra interpretazione della realtà si inserisce e trova senso. Per questo la psicologia non dovrebbe esimersi da tale riflessione, quali che siano le personali considerazione che ognuno poi ne trae.

Un intero capitolo è successivamente dedicato ai cosiddetti “stati non ordinari di coscienza”, a cosa si intenda con la locuzione, a come siano raggiungibili e al perché abbiano un rilevante potenziale terapeutico. Espongo lo stato dell’arte della ricerca sugli effetti di varie sostanze a effetto psicotropo, in un periodo di rinnovato interesse scientifico che è stato giustamente soprannominato “Rinascimento psichedelico”. La teoria del “cervello entropico”, sviluppata da Robin Carhart-Harris, neuroscienziato dell’Imperial Collage di Londra, può aiutarci a comprendere in che modo tali esperienze interagiscono con la coscienza e come – nei paesi in cui sono state legalizzate – possono costituire un prezioso ausilio anche per trattare numerose condizioni cliniche, tra cui in special modo: depressione cronica, timore del fin di vita, dipendenza da alcol e da oppiacei. Ad ogni modo, quali che siano i mezzi per contattare una diversa prospettiva da cui osservare se stessi, riuscirvi costituisce una preziosissima risorsa per favorire la realizzazione dei cambiamenti desiderati.

La terza parte dell’opera è interamente dedicata a fornire esempi di come i principi di Segnale possono confluire nell’intervento terapeutico. Luca Speciani sottolinea innanzitutto l’importanza della deprescrizione dei farmaci in Medicina di Segnale, anche e soprattutto rispetto a condizioni di sofferenza psicologica; poi riporta alcune concrete applicazioni dell’approccio di Segnale in casi clinici affetti da disfunzione tiroidea, allergie, disturbi somatoformi e depressioni. Nel capitolo successivo io offro invece alcune indicazioni pratiche su come condurre un colloquio clinico e alcuni spunti per strutturare un intervento che sia realmente “cucito su misura”. Concludiamo insieme, ripercorrendo gli aspetti più importanti e sintetizzandoli in un pratico “decalogo”, con funzione di promemoria. In appendice sono riportati due articoli, a firma mia e dalla collega Monica Forghieri, che presentano un’innovativo approccio alla dimensione spirituale dell’esistenza: la Psicosofia Sinergetica.

Questi i contenuti del libro e del corso in Psicologia di Segnale. Buona formazione a tutti e a tutte!

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