Intervenire sui disturbi depressivi a Firenze

La depressione e i disturbi depressivi

Il vocabolario Treccani riporta come significato dell’accezione psicologica del termine “depressione”: “modificazione del tono del sentimento in senso malinconico”. In passato tale condizione veniva infatti chiamata melanconia, dal termine greco per “bile nera”, fluido, che secondo la fisiologia ippocratica era ritenuto responsabile dell’umore malinconico. Il termine stesso “umore” ha come suo primo significato quello di “sostanza liquida”.

Sebbene la medicina moderna non abbia individuato alcun fluido responsabile degli stati depressivi, a livello poetico ci rimane l’immagine che tale condizione sia provocata dalla depressione (nella sua prima accezione di “portate a un livello più basso”) le “acque psichiche”.

Che cosa è la depressione e a cosa serve
Quali sono i sintomi della depressione
L’intervento con i disturbi depressivi
Psicoterapia per i disturbi depressivi a Firenze

Che cosa è la depressione e a cosa serve

In modo più formale il Manuale Diagnostico Statistico (DSM5) distingue tra disturbi depressivi differenziati per durata, intensità e eziologia. Nondimeno “la caratteristica comune di tutti questi disturbi è la presenza di umore triste, vuoto o irritabile, accompagnato da modificazioni somatiche e cognitive che incidono in modo significativo sulla capacità di funzionamento dell’individuo”.

Fino alla scorsa edizione del manuale diagnostico, anche i disturbi bipolari, in quanto anche essi disturbi dell’umore nei quali, in alternanza con fasi maniacali, sono spesso presenti delle fasi depressive, venivano elencati nello stesso capitolo. Attualmente è stato preferito accentuarne la differenza elencandoli in sezioni diverse.

Da una prospettiva evolutiva gli stati depressivi non sono di per sé un “errore di programmazione”, bensì rappresentano la condizione che, per mezzo del temporaneo ritiro dal mondo, predispone alla riflessione su di sé e sulla propria vita. Va infatti ricordato che dei brevi momenti di malinconia non costituiscono criterio diagnostico per un disturbo depressivo, per il quale è invece necessario che la condizione si protragga per un tempo minimo e provochi alcuni specifici sintomi.

Nel linguaggio comune, con un po’ troppa disinvoltura, viene chiamata “depressione” anche solo una tristezza passeggera. Per fortuna, si tratta invece quasi sempre di una condizione legata ai normali alti e bassi della vita e pertanto non patologica, anche se può comunque beneficiare di un percorso psicoterapeutico.

Quali sono i sintomi della depressione

Senza qui entrare negli specifici criteri diagnostici dei distinti disturbi depressivi vediamo insieme da cosa sono caratterizzati gli stati depressivi.

Oltre alla presenza di un persistente umore depresso, caratterizzato da tristezza, senso di vuoto, disperazione e talvolta irritabilità, si riscontrano alcuni (criterio diagnostico è la presenza di un numero minimo di essi) dei seguenti sintomi:

  • Mancanza di interesse e/o di piacere nei confronti di tutte, o quasi le attività.

  • Variazione significativa, non dovuta a dieta, del consueto appetito e/o del peso corporeo, che può quindi sia aumentare che diminuire.

  • Difficoltà a dormire o, viceversa, eccesso del tempo che si trascorre e si vorrebbe trascorrere a dormire.

  • Frequenti stati di agitazione psicomotoria o, viceversa, di rallentamento.

  • Grande faticabilità e costante senso di mancanza di energia.

  • Sentimenti eccessivi di autosvalutazione e/o di colpa.

  • Ridotta capacità di pensiero e di concentrazione con conseguente diffusa indecisione.

  • Ricorrenti pensieri di morte.

L'intervento con i disturbi depressivi

Come avviene anche per altre condizioni psichiche, il trattamento dei disturbi depressivi dovrebbe sempre operare su due livelli:

  • un primo livello che, grazie alla comprensione della dinamiche in essere, sostiene il ritorno a un migliore stato dell’umore, anche stimolando quei comportamenti utili al graduale riappropriarsi del controllo sulla propria vita,

  • e un secondo livello che ricerchi nella storia di vita le cause più profonde della situazione.

Infatti, se l’intervento dovesse trascurare il livello di comprensione più profonda rischierebbe di offrire benefici solo passeggeri. Nondimeno ben difficilmente è possibile accedere a tale livello di profondità finché non sono stati almeno mitigati i sintomi più invalidanti.

Pertanto, più spesso, l’intervento è inizialmente rivolto al riappropriarsi, a piccoli passi, di quei comportamenti in grado di riattivare l’individuo caduto in uno stato depressivo. Infatti, stato d’animo e comportamenti sono intrinsecamente legati tra loro. Come è vero che il primo influenza i secondi, è altrettanto vero che i secondi influenzano il primo.

Per comprenderlo in modo semplice può essere utile l’analogia con la relazione esistente tra le emozioni e la respirazione. Chiunque ha esperienza del fatto che, ad esempio, quando si sente rilassato ha naturalmente una respirazione calma e regolare, ben diversa da quella associata a degli intensi stati di ansia, alla rabbia o a qualunque altra emozione. Che cosa succede tuttavia se, a partire da una condizione di rilassamento, si forza la respirazione rendendola accelerata e sincopata come naturalmente si manifesta negli stati di rabbia?

Con buona probabilità, se persisterete sufficientemente nel mimare la respirazione tipica della rabbia, sentirete emergere anche altri aspetti dell’emozione corrispondente. Molti attori fanno così per calarsi nell’emozione richiesta dal copione, e funziona! All’opposto, molte tecniche di rilassamento sono proprio basate sul respirare consapevolmente con un ritmo lento e regolare – e anche esse funzionano!

Sarà forse adesso più chiaro lo stretto legame tra emozione e comportamento e quindi anche perché un primo fondamentale passo nel trattamento degli stati depressivi consista nello stimolare dei cambiamenti comportamentali. Una frase, erroneamente attribuita a Einstein ma non per questo meno vera, riassume il concetto perfettamente: “Follia è fare sempre la stessa cosa ed aspettarsi dei risultati diversi”.

Ecco perché ritengo che ogni intervento mirato a superare degli stati depressivi dovrebbe innanzitutto concentrarsi sul produrre alcune modifiche comportamentali. Non appena iniziano a prodursi i benefici di questa prima fase diviene però altrettanto importante portare l’attenzione a quali aspetti della vita del paziente hanno contribuito al formarsi della situazione depressiva. Diversamente sarebbe alto il rischio di ricadute.

Psicoterapia per disturbi depressivi a Firenze

Come Psicologo e Psicoterapeuta a Firenze offro una Psicoterapia specificamente rivolta ai disturbi depressivi presso il mio studio in Via Filippo Corridoni 18 a Firenze (Zona Statuto/Rifredi).
Lo studio è facilmente raggiungibile in Tramvia (T1 – fermata “Poggetto”) ed è proprio davanti al parcheggio della Coop di Piazza Leopoldo, attualmente gratuito.

Sono disponibile telefonicamente al 3534143916 (durante le sedute non posso rispondere, per cui lasciate un messaggio e vi contatterò appena possibile) o via mail a psicologotangocci@gmail.com.

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