Intervenire sui disturbi del comportamento alimentare (DCA) a Firenze

I disturbi del comportamento alimentare

Il rapporto con il cibo non è sempre semplice. Per la maggior parte delle persone occidentali oggi la difficoltà non è più quella di riuscire a trovare cibo a sufficienza, bensì quella relativa a cosa mangiare e, soprattuto, a quanto mangiare.

Quali sono i disturbi del comportamento alimentare
Anoressia e Bulimia
L’intervento con i disturbi del comportamento alimentare
Psicoterapia per i disturbi del comportamento alimentare a Firenze

Quali sono i disturbi del comportamento alimentare

Il Manuale Diagnostico Statistico (DSM5) ha, nella sua ultima versione, rinominato “Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione”, la categoria prima conosciuta come “Disturbi del comportamento alimentare” (DCA).

Tra essi figurano sia disturbi rari, come la Pica (ingestione di sostanze non commestibili), il Disturbo da ruminazione e il Disturbo evitante/restrittivo dell’assunzione di cibo, che disturbi purtroppo fin troppo diffusi: l’Anoressia nervosa, la Bulimia nervosa e il Disturbo da Binge-eating (episodi di abbuffata).

Sia nel disturbo da Binge-eating che nella Bulimia nervosa sono frequenti gli episodi di abbuffata. Tuttavia, mentre nel disturbo da binge-eating gli episodi di abbuffata non sono seguiti da condotte compensatorie per prevenire l’aumento di peso, nella bulimia nervosa sono invece ricorrenti comportamenti come il vomito autoindotto, l’abuso di lassativi, di diuretici o di altri farmaci, il digiuno o l’eccessiva attività fisica. Gli episodi di abbuffata sono comuni anche nell’Anoressia nervosa e anche in questo caso, se si presentano, sono seguiti da condotte compensatorie.

Anoressia e Bulimia

Entrambi i disturbi condividono l’ossessione per il peso corporeo, che influenza eccessivamente i propri livelli di autostima.

In entrambi i disturbi sono quindi presenti delle strategie per non prendere peso che, per le persone bulimiche consistono nelle già citate condotte di eliminazione, e per le persone anoressiche possono essere sia le stesse condotte di eliminazione che pesanti restrizioni alimentari.

La principale discriminante tra la diagnosi di bulimia e quella di anoressia è il peso corporeo, che nel secondo caso è significativamente basso, sebbene la persona anoressica difficilmente riconosca la gravità della propria condizione di sottopeso e abbia semmai l’intensa paura di prendere peso, vedendosi “grassa” a dispetto di ogni evidenza.

Quanto all’eccessiva dipendenza della propria autostima dal raggiungimento del peso corporeo desiderato e al timore di ingrassare, anoressia e bulimia si assomigliano molto, tanto che alcuni clinici provocatoriamente affermano che “la persona bulimica sia un’anoressica mancata, perché entrambe cercano con tutte le loro forze il dimagrimento, ma solo l’anoressica ci riesce”.

Sia come sia, sicuramente è vero che nella storia clinica di molte/i pazienti è frequente il passaggio da periodi di anoressia nervosa a periodi di bulimia, o viceversa, a testimonianza delle profonde similitudini tra i due disturbi.

L'intervento con i disturbi del comportamento alimentare

Il trattamento di un/una paziente anoressica o bulimica è molto complesso. Gli studi a riguardo riportano, per tutti i tipi di intervento terapeutico, percentuali di successo purtroppo non alte. Dati che io ritengo corretto riportare con sincerità, anche se ciò chiaramente non significa che in tutti i casi non meriti comunque provarci.

La principale difficoltà terapeutica consiste nel fatto che il disturbo è egosintonico, ovvero che la persona che ne soffre valuta positivamente i suoi sforzi per essere, o diventare, magra, e sempre più magra. Ne consegue che tentare direttamente di convincere il/la paziente a mangiare di più, ben raramente ha successo.

Sul piano cognitivo la persona anoressica, o bulimica, ha già affrontato e sostenuto migliaia di conversazioni sul suo peso e su cosa e quanto dovrebbe mangiare, sia con i suoi famigliari che, spesso, con molti medici. Con buona probabilità insistere su questo piano, nel quale il/la paziente si sente forte e in grado di resistere a ogni argomentazione, non farà che consolidare le sue posizioni.

Per questo, in casi simili è preferibile rimandare il confronto sul cibo a quando si sia instaurata una relazione terapeutica che, partendo dal tentare di comprendere le motivazioni cha hanno portato il paziente a sviluppare il disturbo (le sue specifiche motivazioni, legate al suo vissuto), getti le basi per una vera alleanza terapeutica tra terapeuta e paziente. Allora, se il paziente si sarà sentito compreso su altri aspetti della propria vita, è più probabile che si apra a affrontare anche il tema dell’alimentazione con minori resistenze e gradualmente ritorni a avere un rapporto più sano con l’alimentazione e con il proprio peso.

So bene che di fronte all’urgenza di un peso corporeo che diviene sempre più preoccupante si preferirebbero metodi più diretti e veloci. Purtroppo però, molto raramente dei metodi diretti e veloci funzionano con questo tipo di disturbi e pertanto lasciare alla relazione terapeutica il tempo di agire è spesso l’unica concreta alternativa all’ospedalizzazione del/della paziente.

Psicoterapia per disturbi del comportamento alimentare a Firenze

Come Psicologo e Psicoterapeuta a Firenze offro una Psicoterapia specificamente rivolta ai disturbi del comportamento alimentare presso il mio studio in Via Filippo Corridoni 18 a Firenze (Zona Statuto/Rifredi).
Lo studio è facilmente raggiungibile in Tramvia (T1 – fermata “Poggetto”) ed è proprio davanti al parcheggio della Coop di Piazza Leopoldo, attualmente gratuito.

Sono disponibile telefonicamente al 3534143916 (durante le sedute non posso rispondere, per cui lasciate un messaggio e vi contatterò appena possibile) o via mail a psicologotangocci@gmail.com.

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